Utilizzando un'ampia varietà di fonti - diari clinici, lettere, relazioni, articoli a stampa, cartelle cliniche e biografiche - il libro indaga la condizione di bambini e bambine definiti instabili e difficili in rapporto alla scienza psichiatrica che si stava specializzando nell'ambito infantile. Ne emerge un quadro caratterizzato da vissuti difficili, accompagnato da povertà e contraddistinto da complesse dinamiche di inclusione-esclusione a cui contribuirono medici, famiglie, amministrazioni fasciste e forze dell'ordine. Tuttavia gli stessi bambini, pur in situazioni complesse, continuarono a esprimere, narrare e dare voce alle loro storie e alle loro emozioni per quanto fu loro possibile nel contesto politico fascista, che nel corso degli anni enfatizzò le misure di controllo, rigenerazione e «bonifica umana».